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13 gennaio 2010
08 gennaio 2010
Il fantasma di Bettino
Letizia Brichetto Arnaboldi (in arte Letizia Moratti ndr) in qualità di sindaco di Milano è decisa a inaugurare una via a quello stinco di santo che fu Bettino Craxi. A dieci anni dalla sua dolorosa e prematura scomparsa in terra straniera, in quell'arida Tunisia che l'ha accolto latitante mentre si sottraeva alle sue responsabilità in Italia, i tempi sono certamente maturi per un'operazione di questo tipo. La decisione dovrebbe essere presa il prossimo 19 gennaio quando il Presidente della Repubblica ricorderà con una cerimonia al Senato la figura del leader socialista.
Ora, non credo che si tratti di essere comunisti o fascisti, socialisti o democristiani. Credo piuttosto che in Italia da 15 anni venga fatto un lavoro costante atto a resettare la memoria e a imprimere una totale sfiducia nelle istituzioni e nella legalità.
Non credo che sia rispettoso per i milioni di italiani onesti intitolare una via a Craxi e non credo, dicendo questo, di mancare di rispetto a un defunto. Questo non c'entra: cerimoniare un latitante quale eroe della Repubblica mi sembra oltraggioso. Rispetto la persona Bettino Craxi e il dolore provato dalla sua famiglia, ma dedicargli una via offre al popolo un messaggio errato.
Perché allora non titolare una piazza a Renato Vallanzasca? Perché non un giardino ad Al Capone? Perché non dedicare una fontana al Freddo, al Libano e al Dandy? E a quelli della Uno Bianca non vogliamo intitolare nemmeno un largo o una rotatoria?
Domani 9 gennaio 2010 in piazza Cordusio dalle 14 alle 18 si terrà un incontro per manifestare il proprio dissenso alla proposta del sindaco Brichetto Arnaboldi.
Non credo che sia rispettoso per i milioni di italiani onesti intitolare una via a Craxi e non credo, dicendo questo, di mancare di rispetto a un defunto. Questo non c'entra: cerimoniare un latitante quale eroe della Repubblica mi sembra oltraggioso. Rispetto la persona Bettino Craxi e il dolore provato dalla sua famiglia, ma dedicargli una via offre al popolo un messaggio errato.
Perché allora non titolare una piazza a Renato Vallanzasca? Perché non un giardino ad Al Capone? Perché non dedicare una fontana al Freddo, al Libano e al Dandy? E a quelli della Uno Bianca non vogliamo intitolare nemmeno un largo o una rotatoria?
Domani 9 gennaio 2010 in piazza Cordusio dalle 14 alle 18 si terrà un incontro per manifestare il proprio dissenso alla proposta del sindaco Brichetto Arnaboldi.
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17 dicembre 2009
Lista di proscrizione numero 1
"Quello che è avvenuto, l'aggressione a Berlusconi, la contestazione aggressiva di ben due manifestazioni a Milano, le migliaia di messaggi di solidarietà a Tartaglia su Facebook sono il segno che stanno penetrando in settori fortunatamente assai minoritari della nostra società i veleni prodotti dalla campagna di odio iniziata fin dal 1994. In essa non è vero che siamo tutti uguali perché essa è da sempre concentrata su una sola persona: Silvio Berlusconi. E si è avvalsa nel corso degli anni dei materiali più diversi. Ultimamente è ripartita dai gossip ma poi si è concentrata su due accusa infamanti e terribili: la mafiosità e la responsabilità delle stragi del '92 e '94. A condurre questa campagna è un network composto dal gruppo editoriale Repubblica-Espresso, da quel mattinale delle procure che è il Fatto, da una trasmissione televisiva condotta da Santoro e da un terrorista mediatico di nome Travaglio, da alcuni PM che hanno nelle mani alcuni processi tra i più delicati (...), dall'Idv con Di Pietro che evoca alla violenza, quasi voglia tramutare lo scontro politico durissimo in atto in guerra civile fredda e poi questa in qualcosa di più drammatico".
Le parole non sono di un italiano qualsiasi, scaldato dagli avvenimenti recenti, durante un dialogo al bar, magari tra conoscenti di diversi orientamenti politici. Ma è il capogruppo del Pdl alla Camera, l'onorevole Fabrizio Cicchitto ad averle pronunciate per giunta in Parlamento, pubblicamente, perché venissero messe agli atti.
Questo, a mio modestissimo avviso, le rende ben più gravi.
Anche perché, vien da dire, la violenza la scatenerebbero gli altri. Non mi sembra che abbia gettato acqua sul fuoco, ma alcool.
E' opportuno ricordare, credo, che Cicchitto prima di approdare alla corte di Berlusconi è stato dapprima comunista, poi socialista e piduista. Dopo lo scandalo della P2 è stato messo in dispensa per otto anni, da qui è stato ripescato da Craxi. Ricaduto in disgrazia perché coinvoloto in Tangentopoli è stato poi risalvato da San Silvio da Arcore. Forse questo aiuta a interpretare meglio il suo punto di vista obiettivo.
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