16 aprile 2008

La prima promessa

Una promessa è una promessa, come direbbe Swarzenegger. Berlusconi la sua l'ha ripetuta più e più volte, sfoderandola a sorpresa nel 2006 durante la precedente campagna elettorale e ritirandola fuori durante le ultime elezioni. I Comuni si sono preoccupati, la gente ha gioito. Ma la verità è che ancora una volta nessuno ha capito quello che doveva capire, ovvero che lo Zar Silvio non parlava della tanto vituperata tassa sull'abitazione quanto dei deliziosi frutti tropicali... Fateci attenzione non va dicendo "vi toglierò l'Ici", come erroneamente scrivono tutti i giornali, bensì "vi toglierò i Litchi". E siamo certi che lo farà.

15 aprile 2008

L'impero della libertà

Finalmente. Finalmente posso tirare un respiro di sollievo, finalmente almeno per un po’ non soffrirò l’angoscia pre-elettorale e la tensione da sondaggio. Non mi sentirò in colpa se mi sarò perso un dibattito in tivù, ma soprattutto non mi sentirò preso per il culo dopo averlo seguito. Ci sono i vincitori e ci sono i vinti. Mentre mi preparo a chiedere asilo politico alla Spagna di Zapatero mi scappa pure un sorriso. D’altra parte essere di sinistra in un Paese storicamente destrorso come l’Italia non ha senso se non quando la destra è al governo. Peccato che stavolta la sinistra non sarà nemmeno all’opposizione. C’è il rischio, dunque, che chi governerà riuscirà pure a fare qualcosa dato che la maggioranza ottenuta glielo consentirà. Ma che noia ci aspetta senza Luxuria, senza Diliberto, senza Pecoraro Scanio, Mastella, Storace e senza i sigari del buon Fausto e il suo maglione di cashmire? Per fortuna c’è lui, l’intrattenitore per definizione, il pianista con i tempi comici, l’imprenditore adorato e riverito, “dolce e simpatico come uno zar”, per parafrasare una canzone di Silvestri. E per fortuna con lui ci sono gli amici di sempre: Maroni, Calderoli, Borghezio, Castelli, Bonaiuti, Letta… Ah quante soddisfazioni ci potranno regalare. Di certo Travaglio troverà materiale per i suoi libri, ammesso che si potranno ancora pubblicare e di certo come blogger non mi potrò lamentare per le ghiotte opportunità che si presenteranno. Per l’Italia tutta è l’inizio di una nuova era, un nuovo impero, l’impero della libertà per l’appunto. Di chi sarà questa libertà mi sembra chiaro. Ma la colpa ancora una volta è di una sinistra che vuole fare l'intellettuale e non si rende conto che per convincere il popolo bisogna parlare la lingua del popolo. Il resto tanto non conta.