13 giugno 2007

Troppi inchini a sua maestà

Mi è sorto un atroce sospetto. Guardo e riguardo le immagini di sua Maestà Giorgio II, Re del Texas, accolto trionfatore nella piccola regione dell'Albania e rimango attonito, anestetizzato. Mancava soltanto l'edificazione di apposito arco monumentale a sancire la sacralità del momento. Un piccolo stato in cui sono ancora visibili i segni lasciati da una dittatura comunista che applaude e impazzisce in preda al giubilo collettivo per colui che è stato definito in molti modi, e uno meno lusinghiero dell'altro. Potrebbe essere, perché no. In fondo lui rappresenta lo stato più liberale del mondo.
Poi ripenso a tutti gli altri paesi europei toccati dal tour di Re Giorgio II negli ultimi giorni, e non posso non notare almeno una macro differenza: ovunque sia andato è stato oggetto di critiche e contestazioni. Non voglio commentare se queste siano state più o meno corrette, o più o meno giustificabili. Sta di fatto che le contestazioni ci sono state, in Italia quanto in Germania. Allora perché questa accoglienza trionfale nel piccolo stato albanese? Che rapporti ha Re Giorgio con la nazione che si affaccia sull'Adriatico? E poi come mai si è concesso il bagno di folla, lasciandosi toccare e accarezzare dagli amici albanesi quando in paesi almeno teoricamente più "stabili" e sicuri come il nostro non si separava dalla sua scorta e solo un cambio di auto a Roma rappresentava un rischio? Spiegatemelo.
Poi vedo un'immagine, quella che potete vedere anche voi qui di fianco: a Re Giorgio hanno "zanzato" il rolex. Il colpo di fulmine. Ora è tutto più chiaro: non tutte le comparse sono rimaste soddisfatte del proprio compenso. Il colossal è comunque riuscito.

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