24 settembre 2007

Acquistare l'informazione

Marcello Dell'Utri, un nome un avviso di garanzia. Un uomo la cui capacità di riproporsi nelle italiane vicende è seconda solo alle sue possibilità imprenditoriali, a quanto pare. Già perché il pregiudicato senatore forzista è da poco diventato novello editore, e mica di un giornaluccolo qualsiasi, bensì di un bel quotidiano, per la precisione il decimo in ordine di importanza e diffusione nel nostro paese. Ma procediamo con ordine. Era la metà dello scorso luglio quando il quotidiano E-Polis fondato da Nicola Grauso (già in precedenza noto come il Bill Gates di Orgosolo), e presente con 15 edizioni in altrettante città italiane, interrompeva la pubblicazione nonostante i dati Ads relativi alla sua diffusione fossero molto incoraggianti. Dopo quasi tre anni di attività, il giornale diretto da Antonio Cipriani con ben 160 mila copie era riuscito ad approdare nella top-ten dei quotidiani più venduti in Italia, nonostante, aggiungo io, un taglio sinistrorso... In realtà l'interruzione pare essere stata causata dalla rottura dei rapporti tra Garuso e lo stampatore Umberto Seregni (pare che quest'ultimo vantasse un credito di 19 milioni di euro... e che non fosse l'unico debito della società...). I primi a pagarne le conseguenze furono ovviamente i dipendenti: 130 giornalisti furono invitati ad andare in ferie e molti di loro erano anche in scadenza di contratto. La buona notizia di settembre è che il quotidiano ha riaperto i battenti e dal 10 ha ricominciato a circolare. Il salvatore ha la faccia e il portafoglio di Alberto Rigotti, già vicepresidente della Infracom e fondatore della banca d'affari Abm Merchant, che attraverso la società Valore editoriale srl è diventata la nuova azionista di maggioranza del gruppo. Il nuovo cda, presieduto da Alberto Rigotti, è così composto: Luigi Barone (direttore centrale Antonveneta Abn Amro e direttore generale di VenetoSviluppo spa), il senatore Marcello Dell'Utri (presidente fondazione Libreria via Senato, presidente e AD di Publitalia), Nicola Grauso, Felice Emilio Santonastaso (titolare cattedra diritto commerciale presso La Sapienza di Roma) e lo stampatore Umberto Seregni. La prima riunione del cda ha deliberato la ricapitalizzazione del gruppo, e il cambio di ragione sociale della controllata Epm (concessionaria di pubblicità) in Publiepolis spa (un nome un programma...) al cui vertice è stato posto il senatore Dell'Utri. La ripresa delle attività del quotidiano è stata subito accompagnata dalla denuncia della Fnsi: l'organico è stato ridotto (30 giornalisti non sono stati richiamati) e le redazioni locali sono state cancellate (è rimasta aperta soltanto la redazione centrale di Cagliari). Inoltre pare non essere stata concordata "nessuna garanzia professionale", "l'assetto proprietario non è chiaro e non sono stati pagati gli stipendi arretrati ai redattori, né i contributi previdenziali di molti mesi, né i compensi ai 200 collaboratori". Ma perché mai una cordata di centrodestra capitanata da un pregiudicato di fede berlusconiana dovrebbe interessarsi a un quotidiano (quasi quasi di centrosinistra) in crisi? La risposta è semplice: è la più conveniente delle pubblicità elettorali. La perplessità sulle intenzioni di questa acquisizioni mi sono state confermate dalle parole di un amico che lavora per il gruppo e che era presente alla prima riunione tenuta dal senatore. Intenzione di Dell'Utri, secondo il suo discorso inaugurale, sarebbe quella di "modificare l'opinione pubblica"... "riuscendo a penetrare in modo particolare le zone più ostili al centrodestra"... In pratica Dell'Utri e soci si sono comprati uno strumento eccezionale di propaganda per penetrare le fasce che non sono colpite dai normali cartelloni blu...

1 commento:

Anonimo ha detto...

beh Dell'Utri è andato via....quindi sti giornalisti rimasti non erano tutti venduti, non credi?