Tutti i giornali stamattina riportano i risultati degli ultimi due giorni di tornata elettorale. Come al solito le considerazioni sono contrastanti: tutti hanno vinto e nessuno ha perso. Ma fra pagine e pagine di autorevoli opinioni che analizzano la situazione di questa nostra povera Italia schiacciata dall'esperienza elettorale, ha attirato la mia attenzione una notiziola alquanto curiosa: il caso di un sindaco eletto con soli quattro voti. Agli scrutatori sarà bastato solo un minuto, ieri dopo le 15, per sapere chi ha vinto la curiosa battaglia tra furbi e furbetti che si è scatenata a Sambuco, piccolo paesino della valle Stura provincia di Cuneo.
Il tempo di scrutinare cinque schede e il nome del futuro sindaco con consiglio comunale annesso era già bello che fatto. Questa curiosa situazione nasce dal tentativo maldestro di aggirare la legge elettorale che, dopo due mandati consecutivi, impone al sindaco uscente di farsi da parte. Migliore soluzione? Non presentare liste e far commissariare il Comune dal prefetto per qualche mese. In autunno poi, una volta costretti a tornare alle urne, l’ex sindaco si era detto pronto a ricandidarsi e magari governare per altri dieci anni. Nessuno lo ammette, ma di sicuro i 127 abitanti di Sambuco devono averla pensata così. Invece da stamane si ritrovano con sindaco e consiglieri originari da tutte le parti d’Italia e non uno del paeso o per lo meno della valle. Erano straconvinti che il «trucco» avrebbe funzionato tanto che hanno persino scartato l’ipotesi di costituire una lista “fasulla” con gente del posto e con l’ex sindaco nelle retrovie a fare da vice. Al rischio che arrivasse una lista da fuori, erano comunque convinti che, dal momento che Sambuco conta pochi residenti e che la legge in caso di lista unica prevede che a votare sia 50% più uno degli aventi diritto, il risultato sarebbe stato lo stesso: elezioni non valide e commissariamento. Guai fare i conti senza l’oste: da Torino di liste ne sono arrivate ben due, e il quorum non serve più; basta un solo voto valido per far scattare l’elezione di sindaco e di otto consiglieri per la maggioranza e quattro per l’opposizione, anche se nessuno li ha scelti. Per settimane il passaparola ha invaso il paese: «Nessuno vada a votare o ci mettiamo nelle mani dei forestieri». Un impegno che ha resistito fino alle 16 di domenica quando due valleggiani si sono presentati al seggio. Poco dopo, altri . L’ultima speranza dei più in paese era che nel segreto dell’urna questi avessero lasciato la scheda in bianco, o almeno nulla. Speranza svanita alla chiusura dei seggi: cinque i voti, quattro preferenze per un candidato e una per l’altro. Certo che “professionisti della politica”, che si presentano ovunque ci sia una tornata elettorale ,gente che della politica ha fatto un mestiere per trarne utili di varia natura, possa governare un Comune senza sapere dov’è il municipio è davvero una vergogna , ma che questo serva da lezione agli abitanti di Sambuco e a quelli di tutti i piccoli centri d'Italia.
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