20 giugno 2007
L'età dei figuranti
Alle volte ci imbattiamo in persone il cui volto non ci è nuovo ma alle quali non sappiamo attribuire le qualità che le hanno rese famose. Forse è la distrazione o forse il continuo bombardamento dei media, ci ha reso l’abitudine a convivere e incontrare star e starlette di ogni genere tanto da sorvolarci sopra, rischiando così figure barbine o peggio venire accusati di invidia per la popolarità altrui. In questi ultimi giorni ho vissuto momenti di disagio nel tentativo di decifrare la qualifica di un personaggio che avrei dovuto conoscere e riconoscere. L'altra sera infatti mi sono imbattuta nella pubblicità di un noto(?) settimanale gossiparo, la quale sollecitava con enfasi di correre subito in edicola a comperare l'ultimo numero per non perdere i fantastici poster di Valentino Rossi e di Alberto ex G.F. Ora, l'identità del dottor Rossi mi è nota, ma quella di tale Alberto mi era del tutto estranea, tanto più che la qualifica con la quale veniva designato è stata per me depistante: "Alberto, ex G.F.”. Vuoto pneumatico. Perché mai avrei dovuto conoscere questo benedetto Alberto già della Guardia di Finanza. Il generale Speciale, balzato alle cronache in questi ultimi tempi, di nome mi pareva facesse Roberto, non Alberto. E poi perché mai la gente dovrebbe nutrire il morboso interesse di possedere il poster del generale Speciale? Mi sono quindi resa conto della mia profonda ignoranza, perché sfogliando certi settimanali non riconosco nemmeno i personaggi di copertina, assunti a tale collocazione per evidenti meriti che io vergognosamente non so loro attribuire. A volte mento spudoratemente, lo ammetto. Mi nascondo dietro qualche pietosa bugia che giustifichi la mia momentanea ignoranza o a qualche frase di circostanza del tipo “Me lo ricordavo più grasso" o "Ma non era biondo?”. Una cosa è certa, mai chiedere spiegazioni che possono farti precipitare ancora più in fondo alla classifica degli ignoranti, molto meglio continuare a fingere. Stamattina ho chiesto a una collega se sapeva chi è Alberto della Guardia di Finanza. Dopo una breve esitazione durante la quale mi ha guardato come se venissi da Marte, mi ha istruito che G.F. sta per Grande Fratello e ha smascherato la mia incompetenza sull'attualità.
19 giugno 2007
Tette al vento, ma culi ben coperti
Che gli Stati Uniti d'America fossero un paese pieno di contraddizioni lo sapevamo già. Un grande paese con stati molto ricchi e altri poveri, posti dove splende il sole tutto l'anno e altri sommersi sempre dalla neve, città densamente industrializzate e villaggi prettamente agricoli. Differenze radicali che si riflettono nella società: 52 stelline bianche sulla bandiera, tutte con una propria anima, stili di vita diversi e leggi proprie. Per molti è proprio questo il bello dell'America. E' così che venerdì mi capita di leggere sui giornali che a Delacambre, cittadina della Luisiana, il sindaco ha bandito i pantaloni a vita bassa e d'ora in poi chi li indosserà, mettendo in bella mostra il proprio underwear, rischia una multa di 500 dollari e fino a sei mesi di galera. Ed è sempre così che ieri gli stessi quotidiani riportano la notizia che a New York, una giovane donna è stata risarcita dal comune con 29mila dollari perché la polizia le aveva negato il diritto di andare in giro con le tette al vento, come autorizzato invece dalla legge. Nel 1992 infatti un tribunale statale ha riconosciuto che anche le donne, come gli uomini, possono andare per strada a torso nudo. Non c'è dunque da stupirsi che si tratti dello stesso Paese che per garantire la propria democrazia non esiti a toglierla ad altri.
13 giugno 2007
Troppi inchini a sua maestà
Mi è sorto un atroce sospetto. Guardo e riguardo le immagini di sua Maestà Giorgio II, Re del Texas, accolto trionfatore nella piccola regione dell'Albania e rimango attonito, anestetizzato. Mancava soltanto l'edificazione di apposito arco monumentale a sancire la sacralità del momento. Un piccolo stato in cui sono ancora visibili i segni lasciati da una dittatura comunista che applaude e impazzisce in preda al giubilo collettivo per colui che è stato definito in molti modi, e uno meno lusinghiero dell'altro. Potrebbe essere, perché no. In fondo lui rappresenta lo stato più liberale del mondo.
Poi ripenso a tutti gli altri paesi europei toccati dal tour di Re Giorgio II negli ultimi giorni, e non posso non notare almeno una macro differenza: ovunque sia andato è stato oggetto di critiche e contestazioni. Non voglio commentare se queste siano state più o meno corrette, o più o meno giustificabili. Sta di fatto che le contestazioni ci sono state, in Italia quanto in Germania. Allora perché questa accoglienza trionfale nel piccolo stato albanese? Che rapporti ha Re Giorgio con la nazione che si affaccia sull'Adriatico? E poi come mai si è concesso il bagno di folla, lasciandosi toccare e accarezzare dagli amici albanesi quando in paesi almeno teoricamente più "stabili" e sicuri come il nostro non si separava dalla sua scorta e solo un cambio di auto a Roma rappresentava un rischio? Spiegatemelo.
Poi vedo un'immagine, quella che potete vedere anche voi qui di fianco: a Re Giorgio hanno "zanzato" il rolex. Il colpo di fulmine. Ora è tutto più chiaro: non tutte le comparse sono rimaste soddisfatte del proprio compenso. Il colossal è comunque riuscito.
Poi ripenso a tutti gli altri paesi europei toccati dal tour di Re Giorgio II negli ultimi giorni, e non posso non notare almeno una macro differenza: ovunque sia andato è stato oggetto di critiche e contestazioni. Non voglio commentare se queste siano state più o meno corrette, o più o meno giustificabili. Sta di fatto che le contestazioni ci sono state, in Italia quanto in Germania. Allora perché questa accoglienza trionfale nel piccolo stato albanese? Che rapporti ha Re Giorgio con la nazione che si affaccia sull'Adriatico? E poi come mai si è concesso il bagno di folla, lasciandosi toccare e accarezzare dagli amici albanesi quando in paesi almeno teoricamente più "stabili" e sicuri come il nostro non si separava dalla sua scorta e solo un cambio di auto a Roma rappresentava un rischio? Spiegatemelo.
Poi vedo un'immagine, quella che potete vedere anche voi qui di fianco: a Re Giorgio hanno "zanzato" il rolex. Il colpo di fulmine. Ora è tutto più chiaro: non tutte le comparse sono rimaste soddisfatte del proprio compenso. Il colossal è comunque riuscito.
12 giugno 2007
Un gesto onorevole
Il senatore di AN Selva ha rassegnato le sue dimissioni al Presidente Marini. A ottantun'anni ci ha finalmente dato dimostrazione di grande maturità. Non sappiamo ancora se il Presidente le accetterà, noi ci auguriamo di sì. Non solo perché non è carino rifiutare la preghiera di un anziano, ma anche perché per questo povero vecchino dotato di 4 by-pass è giunta l'ora della meritata pensione. Perché accanirsi a costringerlo a presenziare alle riunioni giornaliere con i suoi vetusti compagni? Lasciamolo andare a godersi la sua vecchiaia al circolo, a giocare alle bocce o a ramino o a ruba mazzetto. Per chi fosse stato un po' distratto nei giorni scorsi, il sentatore Selva si è reso protagonista di una vicenda quanto meno curiosa dirottando un'ambulanza per farsi trasportare ai centri televisivi de La7 (un impegno irrinunciabile). Particolari divertenti sono emersi dalle dichiarazioni degli operatori 118 che hanno sostenuto di aver ricevuto minacce e spintoni (spintoni??? ma ha 81 anni e 4 by-pass!!) e di essere stati sollecitati al trasporto onde evitare il licenziamento. Noi immaginiamo al suono del consueto "Lei non sa chi sono io!". Ora attendiamo speranzosi la decisione del Presidente Marini.
07 giugno 2007
Italiani nel mondo... indignatevi
La notizia è di due giorni fa: il senatore CDL Sergio De Gregorio, presidente della commissione Difesa di palazzo Madama, è indagato per il reato di riciclaggio con l'aggravamente di aver favorito una associazione mafiosa. I magistrati dell'antimafia di Napoli, in passato spesso elogiati dallo stesso senatore per il lavoro svolto nella lotta contro il crimine e per giunta in scarsità di mezzi, l'hanno messo sotto inchiesta, inserendolo in una delle tante inchieste sui clan camorristici. Ad incastrare l'onorevole senatore, a quanto pare, è stato il ritrovamento di una serie di assegni girati dal parlamentare a Rocco Cafiero, meglio conosciuto come 'O Capriariello, nome noto nell'ambiente del contrabbando partenopeo, legato agli ambienti del clan Nuvoletta. Nella vicenda sarebbe coinvolto anche Mario Nocerino, arrestato circa un anno fa con l'accusa di aver organizzato un voto scambio di tipo mafioso per le elezioni comunali in cui il figlio Giuseppe era candidato con Forza Italia. Il tribunale del Riesame ha tuttavia annullato l'ordinanza perché non è considerata provata la natura camorristica dei legami, e ora la Procura sta per chiedere il rinvio a giudizio per voto di scambio "semplice". Non è ancora chiaro cosa ci facessero degli assegni del rispettabilissimo senatore De Gregorio a casa di Cafiero. Una prima giustificazione parrebbe far riferimento all'acquisto di un immobile, per il quale però, almeno per il momento, non è stato rinvenuto alcun atto di compromesso. Evidentemente a Napoli le case prima si pagano e poi ci si accorda... Alla Guardia di Finanza è allora venuto un dubbio e i magistrati hanno inserito il portavoce degli Italiani nel mondo nel registro degli indagati. Interpellato dai giornali De Gregorio si è ovviamente sbrigato a rassicurarci affermando di aver firmato un preliminare di acquisto con una signora che non sembrava avere problemi penali, e si è dimostrato anzi lusingato dall'interessamento dei giornali al suo caso: "...se il Corriere si impegna in questa battaglia vuol dire che sono diventato selvaggina pregiata...". Finalmente De Gregorio fa audience! Tanto in Italia il fatto che un politico possa avere legami con la mafia non stupisce più nessuno e, quello che è ancor più grave, non scandalizza più. Dovremmo essere tutti indignati, per primi coloro che hanno visto in Italiani nel mondo una nuova speranza politica. D'altra parte come non porre fiducia in un uomo che passa da sinistra a destra peggio di una pallina da tennis? E' ora che i politici vengano sollevati dal loro incarico in caso risultino indagati e che, se riconosciuti colpevoli, se ne vadano in galera! Invece, ormai è storia nota, siamo rappresentati da pregiudicati e pluricondannati.
06 giugno 2007
Topless vietato ai marinai
Uomini d'onore, fieri, diritti come fusi e pure casti: così la Royal Navy vuole i suoi marinai. E' da un po' di tempo a questa parte infatti che la Reale Marina Britannica vieta a i propri marinaretti di appendere nei loro armadietti e nelle cambuse immagini di pin-up poco vestite. Motivo del divieto? Ufficialmente, i membri del consiglio dell'ammiragliato hanno bandito le donnine nude per rispettare tutti i membri della marina, attualmente composta anche da molte donne e individui appartenenti a minoranze etniche e diversi gruppi religiosi.I marinai replicano difendendo la loro privacy. La notizia pare essere trapelata a The Sun, il famoso tabloid inglese, grazie alla soffiata di un marinaio infuriato che ha scritto al giornale: "La marina vieta le nostre Pages 3 in gran segreto". The Sun è sceso quindi sul piede di guerra contro il bando della Marina di Sua Maestà e a difesa delle sue ragazze in topless, che ogni giorno occupano la terza pagina del quotidiano popolare, domenica ha mandato le due conigliette più famose del tabloid a picchettare il porto di Portsmouth. Ora, in qualità di esponente dell'universo femminile, capisco e difendo la dignità della donna e bla bla bla, ma in fondo questi ragazzi che male fanno? il rispetto è tutt’altro e poi anche ste povere ragazze, non le vorremmo lasciare senza lavoro, no? Le tradizioni vanno rispettate, evviva la terza pagina del Sun! E questi marinaretti, come fanno altrimenti a passare mesi interi in alto mare in piena solitudine?
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05 giugno 2007
Il senso della vita, dopo la morte
Avete mai visto quest’uomo? Magari avete incontrato la sua simpatica facciona in tribunale o su Canale 5, durante il programma di Bonolis "Il Senso della Vita". Si chiama Vitto Claut, è un avvocato di Pordenone ed è giunto agli onori della cronaca per essere il primo e unico italiano ad aver aderito al programma di ibernazione della Alcor Life Extension Foundation di Scottsdale, in Arizona. Alla modica cifra di 3.600 euro l’anno (per un totale di 175.000 euro) si è infatti assicurato una cella personalizzata per essere “cryogenato” nella clinica della Alcor non appena passerà a miglior vita. La sua fede per la scienza l’ha portato ad affermare: “se riuscirò a prolungare anche solo di un giorno la mia vita per vedere come sarà cambiato il mondo fra 100 o 200 anni, tutto questo avrò avuto un senso”. È proprio questo l’obiettivo della fondazione americana: il defunto viene immediatamente ibernato secondo un particolare procedimento che consiste nel portare la sua testa a -90° entro pochi minuti dal decesso. Negli attimi successivi i fluidi corporei vengono mischiati a una particolare soluzione e il corpo viene immerso a testa in giù nell’azoto liquido in una capsula personale. L’abbonato verrà risvegliato non appena la medicina avrà scoperto… come fare.
In pratica le salme rimarranno in attesa che la scienza scopra una cura contro la morte.
Oltretutto, come è facile intuire, per l’efficacia del processo di ibernazione è indispensabile la tempestività d’intervento e per questo al momento del decesso il corpo del defunto dovrebbe trovarsi in una delle cliniche convenzionate con la fondazione (tutte in Arizona a quanto pare). Questa controindicazione non ha scalfito minimamente l’entusiasmo del Sig. Claut, che non appena è venuto a conoscenza del programma della Alcor se n’è subito appassionato, tanto che ne è diventato un autentico promotore. Il suo obiettivo è quello di coinvolgere anche altre persone in questa “esperienza” e poter magari aprire un centro Alcor anche in Europa, magari proprio in Italia. Carico di eccitazione per il progetto sostiene di non temere qualche scherzo del destino e progetta di ritirarsi in una delle cliniche convenzionate quando sentirà avvicinarsi la fatidica ora. Dà un certo conforto sapere che c’è chi in vita si preoccupa di come affronterà la morte e soprattutto pianifica la propria resurrezione. E pensare che c’è ancora gente che affronta ogni giorno come se fosse l’ultimo; che si sveglia ogni mattino e non ha la certezza di arrivare a sera. Non ci resta che sperare che trovino al più presto questa benedetta cura contro la morte. Magari un giorno riusciremo a trovare anche un antidoto alla stupidità e, non sia mai, all'egoismo. Ma sempre, sia chiaro, per il bene della scienza.
In pratica le salme rimarranno in attesa che la scienza scopra una cura contro la morte.
Oltretutto, come è facile intuire, per l’efficacia del processo di ibernazione è indispensabile la tempestività d’intervento e per questo al momento del decesso il corpo del defunto dovrebbe trovarsi in una delle cliniche convenzionate con la fondazione (tutte in Arizona a quanto pare). Questa controindicazione non ha scalfito minimamente l’entusiasmo del Sig. Claut, che non appena è venuto a conoscenza del programma della Alcor se n’è subito appassionato, tanto che ne è diventato un autentico promotore. Il suo obiettivo è quello di coinvolgere anche altre persone in questa “esperienza” e poter magari aprire un centro Alcor anche in Europa, magari proprio in Italia. Carico di eccitazione per il progetto sostiene di non temere qualche scherzo del destino e progetta di ritirarsi in una delle cliniche convenzionate quando sentirà avvicinarsi la fatidica ora. Dà un certo conforto sapere che c’è chi in vita si preoccupa di come affronterà la morte e soprattutto pianifica la propria resurrezione. E pensare che c’è ancora gente che affronta ogni giorno come se fosse l’ultimo; che si sveglia ogni mattino e non ha la certezza di arrivare a sera. Non ci resta che sperare che trovino al più presto questa benedetta cura contro la morte. Magari un giorno riusciremo a trovare anche un antidoto alla stupidità e, non sia mai, all'egoismo. Ma sempre, sia chiaro, per il bene della scienza.
04 giugno 2007
Good bye Lenin!
Quanto raccontato con felice ironia nel film di Becker del 2002 è successo veramente a Varsavia: Jan Grzebsky, ex-ferroviere di 65 anni, può raccontare di aver vissuto una vicenda analoga a quella della fervente comunista protagonista della pellicola. Ridotto in coma in seguito ad un incidente sul lavoro, Jan è rimasto bloccato nel suo letto d’ospedale per ben diciannove interminabili anni. Un lunghissimo sonno iniziato nel 1988 dal quale, a detta dei medici curanti, non avrebbe nemmeno dovuto riprendersi. Condannato a una morte annunciata a causa di un forte trauma cranico si è invece risvegliato tra lo stupore e la meraviglia di infermieri e familiari e in particolare della fedele moglie Gertruda, che per tutto questo tempo ha avuto la forza di rimanergli accanto giorno dopo giorno svolgendo da sola il lavoro di un equipe di infermiere. Il miracoloso risveglio è avvenuto il 12 aprile scorso, ma la notizia è di questi giorni. Ciò che più sorprende della vicenda è l’estrema lucidità del redivivo Jan, che ha dimostrato da subito di essersi totalmente ripreso, tanto da ricordarsi, pare, le preghiere e gli incoraggiamenti che la stessa moglie e i figli avrebbero continuato a pronunciare al suo capezzale. Dopo aver conosciuto i suoi undici nipoti, avuti dai quattro figli, per Jan è cominciata la prova più dura: affrontare la Polonia del ventunesimo secolo. Nel momento in cui si è addormentato lo scenario era quello di un paese in crisi, di fronte al fallimento di un regime comunista che si avviava a momenti cruciali. Ora si ritrova un paese europeo che vive sempre più all’insegna del capitalismo. Se degli ultimi giorni della sua “precedente” vita Jan ricorda la coda per il rifornimento di benzina, i razionamenti alimentari, il generale Jaruzelski, gli scioperi di Danzica, il Patto di Varsavia, ma soprattutto la carismatica figura di Papa Giovanni Paolo II e le parole di Liech Walesa e del suo Solidarnosc, ora rimane inebriato ad osservare l’abbondanza di merce nei negozi e tutte le persone ben vestite che come uomini d’affari di Wall Street corrono per strada sbraitando al telefonino. Gli occorrerà del tempo per accettare tutti i cambiamenti occorsi nella vita dei polacchi, trauma che probabilmente si sarebbe risparmiato se fosse stato italiano. Al suo risveglio infatti avrebbe ritrovato l'Inter Campione d'Italia e il Milan Campione d'Europa, oltre che il partito democratico al centro delle discussioni politiche, Andreotti e Cossiga che fanno capolino dal senato e Pippo Baudo che entra ed esce da San Remo. Certo si sarebbe perso momenti irrinunciabili che hanno portato l'Italia ad essere un paese nuovo, come l'ascesa politica di Berlusconi e la pulizia di Tangentopoli, dopo la quale la politica italiana non è più stata la stessa...
01 giugno 2007
Cocaina a gratisss!
Lo sospettavamo da un po', e il Cnr (Consiglio Nazionale della Ricerca) ce l'ha finalmente confermato: nell'aria di Roma è stata rilevata la presenza di cocaina. La pregiata polvere bianca non è neppure la sola sostanza ad arricchire il cielo della capitale; a quanto pare sono state individuate particelle di altre sostanze stupefacenti come cannabis, hashish, nicotina e caffeina (vabbè ste due non sono poi così stupefacenti). Ecco cosa rende la città eterna superiore al capoluogo lombardo: a Milano al massimo si respirano particelle nocive, gas di scarico e nanometalli. La più alta concentrazione è stata rilevata a quanto pare nei pressi dell'Università La Sapienza, ma non è dato a sapere cosa ci porti a supporre quest'ultima informazione. Sono state sottoposte ad analoga osservazione anche altre città come Taranto e Algeri, nella cui aria è stata riscontrata la presenza delle medesime particelle, in particolare caffeina (molta caffeina), ma una percentuale nettamente minore di cocaina. Nell'aria di Napoli invece pare sia stata riscontrata la presenza di pomodoro, ma anche di molti altri elementi, tanto organici quanto non: detersivo lava piatti, plastica, anguria, uova...
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