
In pratica le salme rimarranno in attesa che la scienza scopra una cura contro la morte.
Oltretutto, come è facile intuire, per l’efficacia del processo di ibernazione è indispensabile la tempestività d’intervento e per questo al momento del decesso il corpo del defunto dovrebbe trovarsi in una delle cliniche convenzionate con la fondazione (tutte in Arizona a quanto pare). Questa controindicazione non ha scalfito minimamente l’entusiasmo del Sig. Claut, che non appena è venuto a conoscenza del programma della Alcor se n’è subito appassionato, tanto che ne è diventato un autentico promotore. Il suo obiettivo è quello di coinvolgere anche altre persone in questa “esperienza” e poter magari aprire un centro Alcor anche in Europa, magari proprio in Italia. Carico di eccitazione per il progetto sostiene di non temere qualche scherzo del destino e progetta di ritirarsi in una delle cliniche convenzionate quando sentirà avvicinarsi la fatidica ora. Dà un certo conforto sapere che c’è chi in vita si preoccupa di come affronterà la morte e soprattutto pianifica la propria resurrezione. E pensare che c’è ancora gente che affronta ogni giorno come se fosse l’ultimo; che si sveglia ogni mattino e non ha la certezza di arrivare a sera. Non ci resta che sperare che trovino al più presto questa benedetta cura contro la morte. Magari un giorno riusciremo a trovare anche un antidoto alla stupidità e, non sia mai, all'egoismo. Ma sempre, sia chiaro, per il bene della scienza.
1 commento:
Well said.
Posta un commento