07 marzo 2007
La settimana dell'impegno
Scusate il ritardo, ma non mi sono ancora del tutto ripreso. Causa motivi di lavoro ho trascorso la scorsa settimana da extra-comunitario, in terra musulmana. Questo mi ha fisicamente impedito di poter vivere la settimana che ogni bravo italiano attende per tutto il resto dell'anno, la settimana che decide le sorti del paese: la settimana di SanRemo. Domenica mattina mi sono risvegliato nella mia stanza, nella mia città e soprattutto nella mia terra... per rimanere in tema sanremese, la mia terra dei cachi. Accendo subito la tele, sento il bisogno di sapere, voglio essere informato. Cerco notizie, informazioni, immagini, racconti/resoconti e commenti sulla settimana che decide le sorti della nostre vite di poveri italiani medi. Distrattamente scorgo un signore che mi parla di crisi di governo, di fiducia e di senatori a vita... quisquiglie, io aspetto la notizia vera, quella importante. Eccola. Finalmente posso vedere il volto del vincitore del cinquantasettesimo Festival della Canzone Italiana. Un attimo di suspense e tra i coriandoli della festa scorgo una massa di simpatici riccioli e uno sguardo vispo, intellettualmente mascherato da un paio di occhiali da secchione. Non ci posso credere, il piccolo emulo di Biagio Antonacci ha vinto la gara canterina più importante d'Italia pur non sapendo cantare! Ben inteso, lo dico con il massimo della simpatia per il nostro Cristicchi. Passo le ore seguenti a scanalare consumando i tasti del mio telecomando alla ricerca di nuovi particolari, per capire come, cosa e soprattutto perché, incapace di riprendermi dallo shock. Salto di tigì in tigì, ma inesorabilmente mi imbatto in parlamentari, in richieste di fiducia e in senatori. Non mi interessa, io voglio sapere di Cristicchi. È lui il mio eroe. Voglio sentire la canzone e voglio pure sentire quelle degli altri concorrenti per poter improvvisarmi giurato di qualità e dire anch’io la mia. Niente da fare, m’imbatto ripetutamente in talk show e così mio malgrado mi ritrovo ad ascoltare le parole degli illustri ospiti. Una cosa mi colpisce su tutte, o meglio una parola: impegno. Non importa che l’argomento della discussione sia San Remo oppure la crisi di governo (nel frattempo ho scoperto che c’è stata una crisi), tutti ripetono all’unisono la necessità, l’opportunità, l’importanza e soprattutto una gran voglia di impegno. Scopro che è l’impegno il vero trend del momento, scopro che sarà l’impegno a rendere più stabile il nostro paese e scopro che per vincere San Remo è indispensabile l’impegno. Non che gli altri anni i cantanti non si impegnassero, ma erano le canzoni a non essere impegnate. Occorre più impegno. Basta frivolezze. Basta frizzi, lazzi e gesti istrionici. Più impegno per tutti. Più impegno per il governo, più impegno per cantare. Per questo Cristicchi ha vinto, perché ha portato in Liguria una canzone impegnata. Per questo i fratelli Bella non ce l’hanno fatta… non perché la loro canzone non fosse bellissssssima, ma perché, ahimè, non era abbastanza impegnata. Hanno lanciato una crociata a favore della semplicità, ma non sono stati capiti. Troppo difficili. Succede anche questo, che la troppa semplicità, renda difficoltoso capire una canzone. I Bella si difendono così. E intanto il malato di mente di Cristicchi (cioè non nel senso che lui sia malato di mente, ma nel senso del protagonista della canzone) trionfa. Finalmente una canzone impegnata, che parla di problemi seri; finalmente le malattie mentali trovano visibilità in tivù e vincono a San Remo… Poi mi regalano un sollievo, e mi fanno finalmente sentire la canzone. Mah… mah… mah… La mia stima per Cristicchi cresce a dismisura: ha fatto tesoro dell’insegnamento del suo predecessore Povia, ovvero mai cambiare la melodia del tuo pezzo più acclamato. Ora canticchio la canzone di Cristicchi, è così intuitiva, immediata, e mentre la canto mi rendo conto che il matto Antonio studia in una stanza umida con una rosa in mano mentre aspetta un figlio da uno spacciatore… Forse non mi sono impegnato abbastanza.
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