19 marzo 2007

Le informazioni che contano

Viviamo nell’era dell’informazione di massa. Il desiderio e la necessità di sapere ci sta portando a diventare noi i bersagli dell’informazione e non più essa oggetto della nostra attenzione, compiendo così un ribaltamento dei ruoli. Ogni giorno riceviamo ben più informazioni di quante in realtà necessitiamo e questo non fa altro che intasare il nostro apparato ricettivo creando disturbo e confondendo ciò che ci è utile con ciò che non lo è. Non mi pare questo il luogo e non mi sento nemmeno in grado di poter dare lezioni di comunicazione, la mia vuole essere come al solito una semplice riflessione ben infarcita di sano qualunquismo. Ho letto da qualche parte (le fonti nella nuova era dell’informazione non sono più così importanti) che affinché esista comunicazione sono indispensabili, oltre al messaggio da comunicare, altri tre elementi: ovvero un mittente, un destinatario e un mezzo attraverso il quale veicolare il messaggio. Giocare con questi tre elementi significa rendere più o meno efficace la ricezione dell’informazione e quindi essere più o meno ragionevolmente certi che il destinatario colga ciò che il mittente desidera rivelargli. Fatta un po’ di teoria, passiamo ora alla pratica. Un esempio a caso, che tutti possano cogliere… Vediamo… Ah ecco, la stazione. Ipotizziamo di andare alla stazione per prendere il treno. Si ma che stazione? Giusto, ehm… Ipotizziamo di andare a prendere il treno alla Stazione Centrale di Milano, così in molti avranno presente lo scenario. Se siamo in stazione e dobbiamo prendere un treno (beh non tutto il treno, in realtà solo un posto su un determinato treno) ciò che ci interesserà sapere, oltre alla destinazione, sarà l’orario, il binario e l’eventuale ritardo (vorrei evidenziare eventuale). Giunti ai binari, se si presta attenzione, ci si accorgerà che possiamo trovare tali informazioni su dei tabelloni neri, senza troppe pretese di appeal, di quelli con le lettere rotanti che ogni tanto, come dire, non rotano. Decodificate le sigle che identificano i vari treni si riesce ad estorcere ai suddetti tabelloni le informazioni di cui necessitiamo. Però che grigia questa stazione, che triste quel tabellone nero/bianco, che precario quel foglio ingiallito con tutti gli orari di partenze e arrivi davanti al quale la gente è costretta ad accalcarsi e quanto sono solitarie quelle povere obliteratrici (un tempo) gialle. Ci sarebbe proprio bisogno di un po’ di colore.
Detto, fatto.
In Stazione Centrale da qualche tempo, oltre ai già noti elementi d’arredo, sono stati finalmente installati dei fini ed eleganti schermi al plasma. All’inizio di ogni binario ce n’è uno più grande, mentre lungo la banchina ce ne sono tanti più piccoli, fortunatamente a poca distanza l’uno dall’altro; potremmo dire che distano tra loro quanto una pisciata di cane. Che bello, finalmente una bella idea che dona colore e che rende più piacevole ricevere le informazioni che davvero contano. Sugli schermi infatti ruotano 24 ore su 24 informazioni preziosissime per tutti i viaggiatori. Gli orari degli arrivi? No… Gli orari delle partenze? Nemmeno… La composizione del treno? Neanche… Un saggio su come riconoscere un Intercity da un Interregionale? Manco per idea… L’ubicazione dei cessi della stazione? Sze…
Insomma, che diavolo ruota su questi schermi? Ovviamente pubblicità. 24 ore al giorno di spot pubblicitari ripetuti ossessivamente su un centinaio di schermi posti uno dietro l’altro. Praticamente un incubo o se preferite un autentico colpo di genio: dato che l’utilizzatore già non capisce una mazza di suo, diamogli una mano, facciamogli ancor più confusione.
Inutile cercare lungo i binari le informazioni sui treni, c’è solo una coppia di vecchi monitor con sfarfallio incorporato sui quali trovate su uno le partenze e sull’altro la preghiera di non superare la linea gialla. Inutile cercare obliteratrici lungo la banchina. Se non avete obliterato all’inizio, non avete più speranza. In compenso non avete bisogno di cercare le vere informazioni che contano, perché vi accompagneranno passo passo fino alla vostra carrozza. Sempre che sia la vostra.Ancora una volta grazie Trenitalia, per pensare al bene dei tuoi clienti, realizzando ciò che la nostra fantasia di miseri consumatori non oserebbe mai chiedere.

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