16 novembre 2006

Oggi interrogo!

Vorrei rivolgermi ai miei amici maschietti. Alzino la mano quanti di voi da piccoli erano innamorati della propria maestra. D’accordo, si trattava di un amore platonico, non c’era attrazione fisica, fattore questo che avete scoperto soltanto qualche anno più tardi… quando avete evinto pure che il fascino della vostra maestra era più vicino a quello di una cozza d’allevamento lagunare che a quello di un essere vagamente connesso con il genere femminile. Conclusi i complicati studi elementari siete giunti alle medie per adempiere all’obbligo che vi vedeva ancora intellettuali per i tre (o più) anni canonici. Anche qui avete trovato qualche simpatia nel corpo insegnante… ammettetelo. Ci sarà stata una profe più attraente di altre o che aveva quelnonsochè che voi giovani virgulti in preda all’acne e alle prime tempeste ormonali avete preso come spunto per le vostre polluzioni notturne. Ben presto però finiscono le medie e aumentano l’acne. Come disse il buon vecchio Max, si passa dal tempo delle mele all’inferno delle pere. Ma le pere che vi ossessionano sono altre. Sono quelle della supplente di matematica neo laureata che si diverte a farvi calcolare la funzione relativa all’aumento proporzionale del vostro sudore ad ogni sua caduta di gessetto. O piuttosto sono i movimenti atletici e armonici della snodata profe di educazione fisica, con la quale già sognate varianti sul quadro svedese, spalliere e parallele. Per tacere di quell’enorme materasso blu…

Tutto questo però rimane un sogno ed ancora oggi, se ci ripensate, il vostro sorriso nostalgico si fa un pochino amaro rimuginando su quelle fantasie mai concretizzate che come nuvole di vapore svaniscono solamente in tanti “se avessi detto…”, “…se avessi fatto”.
Oggi quelle fantasie che non avete mai avuto nemmeno la forza interiore di affrontare apertamente con voi stessi, qualcuno le ha realizzate. E pure costretto! I tempi sono decisamente cambiati.
Oggi capita che quelle fantasie non sia più lo studente brufoloso a farle, ma la profe. L’insaziabile, rigida e severa profe. Come nella migliore tradizione del vero film d’autore italiano (per chi non l’avesse capito la commedia erotica all’italiana degli anni Settanta) oggi succede che in Brianza un’insegnante, una novella Edwige Fenech con occhialini e tailleur, costringa tre studenti a disertare la lezione di ginnastica per potergli impartire delle ripetizioni personalizzate (applicava forse i principi di customer satisfaction?). Oggi succede che la collega della succitata profe, indispettita dal fatto di non essere stata invitata al menages cerchi in tutti i modi di sabotarlo fino ad avere la prova evidente del suo sospetto: non era stata invitata all’orgia. Inviperita per l’accaduto denunzia la già ex-collega ed oggi accade che tale denuncia è presa sul serio. Oggi accade che la nostra beniamina (beh almeno mia) venga additata come un mostro, una persona gravemente disturbata ed allontanata seduta stante dall’istituzione scolastica senza nemmeno aver chiesto l’opinione degli studenti, anche solo quella dei tre coinvolti, quali ristretta ma rappresentativa minoranza del popolo studentesco. Oggi accade che l’unica insegnante che aveva realmente preso a cuore l’educazione e la formazione dei propri alunni venga paradossalmente ritenuta una cattiva maestra di vita, un esempio da evitare, un soggetto da internare. Nessuno in realtà aveva capito che lei, povero docente precario, stava soltanto difendendo il suo salario dall’inflazione (Gianna Gianna Gianna…) attirando nuovi avventori alla sua bottega. D’altra parte il primo assaggio non è gratis?

Insomma, morale della favola: i tempi sono cambiati, il sesso è cambiato, le insegnanti sono cambiate, le colleghe invidiose invece non solo non cambiano ma sono pure più stronze ed io ho sempre sbagliato scuola.

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