“Da grande voglio fare l’attrice”. Quante figlie hanno risposto così alla classica domanda di amici e parenti morbosamente interessati al futuro dei piccoli di casa. Un tempo però le attrici facevano i film, ora sono protagoniste dell’immaginario collettivo e per mantenere in vita se stesse, i propri più o meno leciti vizi e la propria immagine non possono permettersi di perdere una sola occasione per essere immortalate. Calendari, rotocalchi, screensaver, fondini per i cellulari… i loro volti e ancor più i loro corpi sono ovunque e guai non partecipare a questi grotteschi rituali. Poi sono arrivate letterine, veline, schedine e modelle varie sedicenti attrici che di fatto nessuno ha mai visto recitare. Però le loro tette e loro culi li conosciamo bene tutti. “Da grande voglio fare l’attrice” assume quindi una nuova dimensione e una piccola ruga di preoccupazione si fa spazio sulla fronte del padre di turno che già vede le candide carni della sua piccola far bella mostra di sé nell’abitacolo di uno Scania. “Da grande voglio fare l’attrice” lo continuava a ripetere anche una tredicenne di Ascoli decisa a far fruttare gli apprezzamenti dei compagnucci di scuola. Con grande spirito imprenditoriale la ragazzina è diventata ben presto impresaria di se stessa e ha fatto da sola quello che le sue colleghe più famose fanno solamente con il consiglio di fior fior di esperti di marketing e comunicazione. Ha visto i compagni divorare con occhi traboccanti cupidigia le pagine dei calendari e ha capito da sola cos’è quella cosa che fa girare il mondo; ha avviato una fiorente attività basata sulla propria immagine. Il tariffario era stabilito, e già c’era chi sfruttava la sua popolarità caricando sui prezzi che lei aveva generosamente mantenuto favorevoli per i suoi coetanei. Scattava su richiesta, faceva tutto da sola risparmiando anche sul costo del fotografo. Non servivano neppure apparecchiature particolari o costose, era sufficiente il semplice cellulare regalato dalla mammina e un mms. Le location erano degne del miglior film hard: la cameretta, il parco giochi dietro casa, i banchi di scuola… nemmeno la fantasia di Lachapelle avrebbe prodotto di meglio. Peccato (per il suo business) che tutto questo nella legislazione del mondo degli adulti sia pedopornografia. Le accuse per lei e per i suoi fans non sono lievi, tuttavia non credo sia questo l’aspetto rilevante della vicenda che va invece ricercato tra i modelli propinati dai media, eletti, loro e nostro malgrado, a ruolo di educatori.Ciò che ora non posso esimermi dal chiedere è: secondo voi con quale espressione il padre della piccola Eva Henger avrà accolto la notizia sulle attività extrascolastiche della figlia? Avrà detto “mia figlia è una zoccola?” o come probabilmente avrei detto io “mia figlia è un genio!”?
03 dicembre 2006
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2 commenti:
la prima, ovviamente...e senza riserve...
serena mannelli
www.ultimathule.it
Ti ringrazio Serena per il tuo contributo. Stavo pensando di fare un calcolo statistico...
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