skip to main |
skip to sidebar
Capita a tutti di sbagliare un numero di telefono. Quante volte inviamo per errore un sms alla persona sbagliata. A me capita di continuo... Il problema, in genere, si risolve inviando un nuovo sms con qualche parola di scusa contornata da apodittiche considerazioni sulla propria demenza senile in precoce stato d'avanzamento. Ma non sempre sono sufficienti due parole di prostrazione. Le conseguenza possono assumere toni drammatici se, ad esempio, la persona che riceve il messaggio è vostra moglie e diventano irrimediabili se l'sms in questione era destinato alla vostra amante che da tanto custodivate nell'ombra. Questo è ciò che è successo a Shane Warne, noto campione di cricket australiano (ma oggi ancor più noto per le sue distrazioni), che per una fatale coincidenza digitale si è inesorabilmente giocato il matrimonio. "Ciao bellezza, sto parlando coi miei figli, la porta sul retro e' aperta"
questo il messaggio incriminato inviato da Warne dalla sua casa in Inghilterra. ''Hai scritto alla persona sbagliata''
gli ha semplicemente risposto dall'Australia la moglie, Simone Callahan, la quale non ha ovviamente preso bene la cosa, anche se da donna credo sia rimasta più delusa dalla stupidità del marito che non dal suo tradimento. Ah gli uomini. Con grande signorilità ed una reazione a dir poco pacata, la (ex) signora Warne, ha chiesto definitivamente la separazione, concedendo alla stampa anche una battuta:
''Non abbiamo cancelli che danno sul retro, quindi quella ragazza avrà dovuto
pure scavalcare il recinto. Che patetici!"
Non voglio inoltrarmi in una questione etica e morale e dare un giudizio sul giusto o sbagliato, quello lo lascio alla coscienza di ognuno di voi, ne tanto meno voglio occuparmi della eterna diatriba se sia meglio confessare un tradimento o tacere per sempre per il bene del partner o più semplicemente per il bene nostro. Penso soltanto che se devi commettere un'azione per quanto vergognosa e inaccettabile, nel momento in cui devi farla, falla almeno nel migliore dei modi. Un po' di professionalità, e che diamine!
Marcello Dell'Utri, un nome un avviso di garanzia. Un uomo la cui capacità di riproporsi nelle italiane vicende è seconda solo alle sue possibilità imprenditoriali, a quanto pare. Già perché il pregiudicato senatore forzista è da poco diventato novello editore, e mica di un giornaluccolo qualsiasi, bensì di un bel quotidiano, per la precisione il decimo in ordine di importanza e diffusione nel nostro paese. Ma procediamo con ordine. Era la metà dello scorso luglio quando il quotidiano E-Polis fondato da Nicola Grauso (già in precedenza noto come il Bill Gates di Orgosolo), e presente con 15 edizioni in altrettante città italiane, interrompeva la pubblicazione nonostante i dati Ads relativi alla sua diffusione fossero molto incoraggianti. Dopo quasi tre anni di attività, il giornale diretto da Antonio Cipriani con ben 160 mila copie era riuscito ad approdare nella top-ten dei quotidiani più venduti in Italia, nonostante, aggiungo io, un taglio sinistrorso... In realtà l'interruzione pare essere stata causata dalla rottura dei rapporti tra Garuso e lo stampatore Umberto Seregni (pare che quest'ultimo vantasse un credito di 19 milioni di euro... e che non fosse l'unico debito della società...). I primi a pagarne le conseguenze furono ovviamente i dipendenti: 130 giornalisti furono invitati ad andare in ferie e molti di loro erano anche in scadenza di contratto. La buona notizia di settembre è che il quotidiano ha riaperto i battenti e dal 10 ha ricominciato a circolare. Il salvatore ha la faccia e il portafoglio di Alberto Rigotti, già vicepresidente della Infracom e fondatore della banca d'affari Abm Merchant, che attraverso la società Valore editoriale srl è diventata la nuova azionista di maggioranza del gruppo. Il nuovo cda, presieduto da Alberto Rigotti, è così composto: Luigi Barone (direttore centrale Antonveneta Abn Amro e direttore generale di VenetoSviluppo spa), il senatore Marcello Dell'Utri (presidente fondazione Libreria via Senato, presidente e AD di Publitalia), Nicola Grauso, Felice Emilio Santonastaso (titolare cattedra diritto commerciale presso La Sapienza di Roma) e lo stampatore Umberto Seregni. La prima riunione del cda ha deliberato la ricapitalizzazione del gruppo, e il cambio di ragione sociale della controllata Epm (concessionaria di pubblicità) in Publiepolis spa (un nome un programma...) al cui vertice è stato posto il senatore Dell'Utri. La ripresa delle attività del quotidiano è stata subito accompagnata dalla denuncia della Fnsi: l'organico è stato ridotto (30 giornalisti non sono stati richiamati) e le redazioni locali sono state cancellate (è rimasta aperta soltanto la redazione centrale di Cagliari). Inoltre pare non essere stata concordata "nessuna garanzia professionale", "l'assetto proprietario non è chiaro e non sono stati pagati gli stipendi arretrati ai redattori, né i contributi previdenziali di molti mesi, né i compensi ai 200 collaboratori". Ma perché mai una cordata di centrodestra capitanata da un pregiudicato di fede berlusconiana dovrebbe interessarsi a un quotidiano (quasi quasi di centrosinistra) in crisi? La risposta è semplice: è la più conveniente delle pubblicità elettorali. La perplessità sulle intenzioni di questa acquisizioni mi sono state confermate dalle parole di un amico che lavora per il gruppo e che era presente alla prima riunione tenuta dal senatore. Intenzione di Dell'Utri, secondo il suo discorso inaugurale, sarebbe quella di "modificare l'opinione pubblica"... "riuscendo a penetrare in modo particolare le zone più ostili al centrodestra"... In pratica Dell'Utri e soci si sono comprati uno strumento eccezionale di propaganda per penetrare le fasce che non sono colpite dai normali cartelloni blu...
Cosa fa un calciatore famoso giunto a fine carriera per non finire inesorabilmente nel dimenticatoio? Se avete risposto il commentatore sportivo o l'allenatore avete sbagliato. Non è colpa vostra, ma i tempi cambiano: oggi non c'è niente di meglio che lo sfavillante e rutilante mondo dello spettacolo. E come entrarci dalla porta principale? Ci vuole una bella spiaggia caraibica e un reality dai meccanismi collaudati. E' così che Francesco Coco (chii?), la settimana scorsa , a soli 30 anni, ha deciso di appendere le scarpine al chiodo. Dopo una breve ma brillante (???) carriera calcistica (Sì Coco è un calciatore. Sì proprio uno di quelli che prendono i milioni) durante la quale gli infortuni hanno di gran lunga superato le vittorie, l'aitante giovinotto ha preso la drastica decisione di dare l'addio al calcio. Non se n'è accorto nemmeno un tifoso. In effetti Coco deve maggiormente la sua celebrità ai suoi incidenti extracalcistici, e quando si dice extracalcistici si intende gossip, veline, schedine, letterine e litigi del sabato sera, che negli ultimi anni gli sono valsi fior fior di copertine sui più rinomati settimanali rosa. Una fama che ha finito per offuscare la sua immagine di sportivo: d'altra parte era più il tempo che aveva libero di quello che passava in campo, pardon, in panchina. Si sa, la stampa rosa non perdona (Signorini docet). Più che per i gol, Coco è balzato alle cronache per le sue love story: facendo un riassunto delle puntate precedenti troviamo Arcuri, Lodo, De Grenet, Bundchen... senza tener conto dei numerosi flirt veri o presunti con cui il bel Francesco ha collezionato più gnocche che tifosi. Per non farsi mancare nulla, si è perfino reso protagonista di due "scandalucci". Uno l'estate appena trascorsa, in Sardegna, quando due donne pronte a contenderselo l'hanno conivolto in una vera e propria rissa. L'altro qualche tempo addietro, con alcune sue foto che lo ritraevano in barca in compagnia di alcuni uomini dall'aspetto quantomeno ambiguo. Insomma più che apparire nelle figurine, Coco appariva nelle figuracce e questa sua inclinazione non poteva non portarlo all'Isola dei Famosi, dalla quale dichiara tronfio come un bigné: "fino a oggi la gente mi conosceva per quello che è stato scritto di me. Adesso [...] avrò la possibilità di farmi conoscere per quello che sono veramente". Chissà se sono della stessa opinione gli autori della trasmissione o se hanno invitato l'ex calciatore solo per stimolare la curiosità del pubblico, dal momento che nell'elenco dei nomi dei i concorrenti della prossima edizione dell'Isola compaiono anche i nomi di due omossessuali come Cristiano Malgiolio e Alessandro Checca Paone (da questo proprio non me l'aspettavo... ma non era quello che odiava i reality?). Ho paura che l’edizione di quest’anno sarà ancora più finta e deprimente di quella degli altri anni... però non vedo l'ora di vedere Malgiolio in costume e piume di struzzo mentre tenta di aprire la noce di Coco... (si lo so è banale, ma non sapevo come chiudere. Che amarezza.)
dal Sole 24 ore: Sabato mattina io e Candida eravamo a Milano, per l'esattezza in piazza Lima, tra tutti coloro che si sono alzati, si sono infilati le scarpe e, documento alla mano, sono scesi per comunicare all'Italia senza gridare slogan né tantomeno gettare bottiglie incendiarie, il proprio dissenso. Abbiamo firmato la proposta di Beppe Grillo per un parlamento pulito, perché crediamo sia una cosa normale, anzi oserei dire naturale, che un cittadino italiano condannato per qualsiasi crimine debba perdere il diritto a candidarsi come rappresentante del popolo. Il giorno dopo però, su tutti i giornali e i notiziari, nessuno si è occupato di questo aspetto dell'iniziativa, ma tanti, troppi si sono piuttosto concentrati sulla minaccia politica rappresentata da Grillo. Già, un comico che parla di politica preoccupa. Va bene soltanto se fa le imitazioni al bagaglino, ma non metta becco su proposte di legge o su vicende di dubbia limpidezza (qualcuno si ricorda della vicenda Guzzanti?).Se Grillo fa scendere in piazza un triglione di persone, significa che vuole fondare un nuovo partito, non che il suddetto triglione di persone s'è rotto le palle (scusate la franchezza) della classe politica e preferisce informarsi autonomamente su internet anziché ascoltare quanto ha da dire la stampa ufficiale.