Le catene di Sant’Antonio sono una gran scocciatura ammettiamolo. Tutti ne abbiamo avuto in vita la fastidiosa esperienza. Si va dalle e-mail/fattura del tipo "inoltra questo messaggio ad altre dieci persone oppure non scoperai più per il resto della tua vita" , alle accorate richieste d'aiuto per un bimbo affetto da una malattia rara, ai messaggi che promettono lauti guadagni semplicemente versando qualche spicciolo sul conto di un barbone russo. Non so voi, ma personalmente credo di riceverne in media una al giorno che puntualmente cestino ancora prima d’averne letto il contenuto per intero. Tuttavia il prezioso sistema del passaparola ha un gran vantaggio: quello di aumentare in breve tempo e a macchia d’olio il numero delle persone informate sulla questione. Nella massa informe di materiale spam che intasa quotidianamente la mia casella circa un anno fa la mia attenzione fu catturata da una mail che mi chiedeva di firmare una petizione per l’abolizione dei costi delle ricariche telefoniche e di inoltrare il messaggio a quante più persone possibile.Dal momento che la questione è una di quelle che non riesco proprio a mandar giù da quando ahimè sono entrata nel tunnel della telefonia mobile, non ho avuto alcuna esitazione: ho firmato e inoltrato il messaggio a tutta la mia modesta rubrica.
Oggi, 12 mesi dopo, vengo a sapere che quella petizione ha raggiunto le 800.000 firme, sottoscritta anche da esponenti politici sia di destra che di sinistra. Eh già pare proprio che le ricariche telefoniche siano indigeste ad un sacco di gente!
Da qui è partita l’indagine di due Authority: le Authority per la Concorrenza e per le Comunicazioni. L’Antitrust e l’Agcom. Altrimenti detti il Gatto e la Volpe.
L’approfondita indagine condotta da esperti di varia natura, coloro che noi rappresentiamo sempre come menti eccelse, ha permesso di arrivare a una illuminante conclusione riguardo i costi delle ricariche: rappresenterebbero "un’anomalia tutta italiana".
Una delle tante verrebbe da aggiungere.
Quanto ci sarà costata questa approfondita indagine?
Le Authority non si fermano qui e vanno oltre auspicando con un linguaggio degno del miglior chirurgo plastico: "un intervento di rimodulazione sul contributo di ricarica dei cellulari […] e ottenere in prospettiva rilevanti riduzioni di tariffe". Parlano come se sapessero solo ora del costo di ricarica. Folgorati come San Paolo sulla via di Damasco (o forse da 800.000 firme di cittadini imbestialiti) si augurano "una revisione, anche totale, del contributo fisso che renderebbe più trasparente le offerte e ne aumenterebbe la comparabilità". Ah! Come è solito dire un mio amico francese: "Sti cazzi!!".
Era sufficiente che dicessero: "le ricariche sono un furto, frutto di un cartello delle società di telefonia mobile in Italia, e vanno abolite". E che aggiungessero: "E’ un’anomalia tutta italiana anche grazie a noi, che prima di muoverci abbiamo bisogno di un calcio nel culo da parte degli italiani".
Voglio quindi rivolgere due inviti.
Il primo a tutti voi: firmate l’abolizione del costo di ricarica; almeno stavolta pare che la catena di Sant’Antonio sia servita a smuovere qualcosa che non sia una maledizione.
Il secondo al Governo: abolisca quanto prima le Authority, la loro funzione di presa per il culo dei cittadini italiani ci costa più delle ricariche.
04 dicembre 2006
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3 commenti:
Benvenuto in Tocqueville!
ti ringrazio per l'accoglienza.
Stra-benvenuto in T'Ville!!!
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