23 agosto 2007
La puttana virtuale, ovvero il sesso che ti ricarica
Nella rete il sesso dilaga. Per qualcuno è una piaga, per altri è un business per molti un semplice passatempo. Sesso, sesso, sesso. Non a caso il termine richiama la parola ossessione. Sesso come ossessione, sesso come chiodo fisso, ma anche sesso come scacciapensieri. Per molti il sesso sulla rete rappresenta l’evasione da una quotidianità di certo meno appagante di quanto la virtualità ti permetta di assaporare, o meglio annusare dato che intrinsecamente essa è vedere ma non toccare. E allora tutti a indossare maschere tuffandosi nel marasma della chat, stanza da dividere con una moltitudine pur rimanendo soli. La vita altrui ti sfiora. Come in un luogo privo di luce brancoli a tastoni accarezzando costumi di gommapiuma. Forme, non vite. Così non sai chi hai davanti e come in uno specchio surreale non sai nemmeno più chi sei. Rifrazioni immaginarie. Giochi, perché tutti giocano e non vuoi negarti questa possibilità, perché la tua identità si confonde nella depravazione mutata in lecito. Giochi nella convinzione che pur sempre di un gioco si tratti. Finché non incontri chi di questa inesistenza ha fatto la propria esistenza. Dal gioco trae profitto e ti domandi se sia o meno il caso di biasimare. Uno schiaffo ti riporta al buio che ti circonda, perché sei vero e sai di esserlo, ma il resto lo è? Pensi all’immoralità o all’illegalità, due concetti che, quando si parla di sesso, non ti sono mai stati chiariti. La botola che hai alzato ti mostra il bivio: lasci o raddoppi. Entri o scappi. Entri perché vuoi sapere, vuoi capire com’è fatta una puttana virtuale, ancora stupito e spaventato dalla sua concretezza e dal suo realismo e apprendi che ci sono puttane virtuali e puttane che battono anche sul web. Opti per le prime. In fondo nei telefilm americani c’è sempre qualcuna che si è pagata il college con qualche marchetta, e benché tu non possa annoverare esempi di questa pratica nel breve giro delle tue conoscenze non ti stupisce che la tecnica sia sdoganata anche sul web. Basta una cam per accedere al lusso e qualche spicciolo per godere. In più il vantaggio morale d’esser convinti che chi hai di fronte non lo fa per disperazione. Semplicemente gioca a Monopoli con soldi veri, i tuoi. L’equazione che realizza il bilancio è semplice: facciamo sesso ma siamo in due luoghi differenti. Autoerotismo in cambio di una ricarica telefonica. Interattività via cavo in cambio di traffico prepagato. Di chi è l’affare? Di chi si scopa lo schermo o di chi a fine mese si paga le bollette? L’amara considerazione ti vieta anche l’unico momento di piacere.
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