Già in diverse occasioni mi sono trovato a parlare delle scelte di Trenitalia su questo blog. In effetti si tratta di un argomento che mi è vicino, visto che sono pendolare per esigenza. Nel post "L'Alta Velocità fotte il pendolare" del 9 ottobre scorso prefiguravo, in qualche modo, quello che stava per succedere, ma mai avrei osato pensare sarebbe successo soltanto due mesi più tardi.
Ebbene, le "nostre" ferrovie dimostrano ancora una volta cosa conta per loro: il fatturato. Scelta legittima in un libero mercato, ma non in un monopolio di fatto nella gestione di un pubblico servizio.
L'importante è avere qualche miglio di Alta Velocità, non importa a cosa si debba rinunciare in cambio. I manager dell'azienda, evidentemente, ritengono che i collegamenti "rapidi" siano il futuro del trasporto pubblico e saranno presto in concorrenza con gli aerei.
Già, agli aerei... ma non sarebbe più sensato fare concorrenza, casomai, alle autostrade?
La maggior parte dei "viaggiatori su ferro" copre piccolo/medie distanze con cadenza regolare. Tradotto: sono dei pendolari.
Mi spiego meglio con l'esempio pratico.
Per raggiungere la mia abituale stazione di un centro di provincia (ma non un capoluogo...) fino a 5 anni fa potevo prendere soltanto i treni Interregionali. Poi il servizio è cambiato: ho dovuto spendere di più e prendere gli Intercity, in quanto l'abbondanza di Interregionali era venuta meno.
Dal 14 di questo mese non potrò nemmeno più prendere gli Intercity! Spariti! Canellati in toto!
L'unico modo possibile sarà prendere un EuroStar fino al più vicino capoluogo di provincia e poi sperare di non perdere la coincidenza con uno dei pochi regionali che fanno la spola. Di conseguenza ci metterò più tempo e spenderò di più non potendo nemmeno usufruire di agevolazioni nell'acquisto del biglietto come la "tariffa Amica".
Qualcuno è in grado di spiegarmi in che modo l'Alta Velocità rappresenta un'evoluzione per il viaggiatore? No, perché dalla mia posizione non si evince.
11 dicembre 2008
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