18 dicembre 2008
11 dicembre 2008
Con l'Alta Velocità rallento
Ebbene, le "nostre" ferrovie dimostrano ancora una volta cosa conta per loro: il fatturato. Scelta legittima in un libero mercato, ma non in un monopolio di fatto nella gestione di un pubblico servizio.
L'importante è avere qualche miglio di Alta Velocità, non importa a cosa si debba rinunciare in cambio. I manager dell'azienda, evidentemente, ritengono che i collegamenti "rapidi" siano il futuro del trasporto pubblico e saranno presto in concorrenza con gli aerei.
Già, agli aerei... ma non sarebbe più sensato fare concorrenza, casomai, alle autostrade?
La maggior parte dei "viaggiatori su ferro" copre piccolo/medie distanze con cadenza regolare. Tradotto: sono dei pendolari.
Mi spiego meglio con l'esempio pratico.
Per raggiungere la mia abituale stazione di un centro di provincia (ma non un capoluogo...) fino a 5 anni fa potevo prendere soltanto i treni Interregionali. Poi il servizio è cambiato: ho dovuto spendere di più e prendere gli Intercity, in quanto l'abbondanza di Interregionali era venuta meno.
Dal 14 di questo mese non potrò nemmeno più prendere gli Intercity! Spariti! Canellati in toto!
L'unico modo possibile sarà prendere un EuroStar fino al più vicino capoluogo di provincia e poi sperare di non perdere la coincidenza con uno dei pochi regionali che fanno la spola. Di conseguenza ci metterò più tempo e spenderò di più non potendo nemmeno usufruire di agevolazioni nell'acquisto del biglietto come la "tariffa Amica".
Qualcuno è in grado di spiegarmi in che modo l'Alta Velocità rappresenta un'evoluzione per il viaggiatore? No, perché dalla mia posizione non si evince.
02 dicembre 2008
Sky, l'Iva e tutto il resto
Non credo che Rupert MilleTv Murdock sia un benefattore o che abbia le mie difficoltà ad arrivare alla fine del mese. Temo anche che il ruolo di Sky, di questo passo, si possa mutare quello di un monopolista internazionale quando (e se) scomparirà la tv via etere.
Ciò non toglie che siamo di fronte: 1) a un conflitto di interessi, che il termine piaccia o meno 2) a una concorrenza sleale, in quanto colui che fa le regole è anche uno dei giocatori. Una situazione così grottesca può crearsi soltanto in Italia...
Piuttosto perché non ci facciamo 2 domande.
La prima è perché Sky paga solo il 10% dell'Iva?
E la seconda è, perché hanno deciso proprio ora di riportarla al 20%?
La prima risposta è la più lunga e ci fa tornare al 1991, quando al governo c'era Andreotti. Il ministro socialista (quindi Craxiano...) Rino Formica per favorire il satellitare portò l'aliquota al solo 4% (fino al 1995, quando il governo Dini la portò al 10% attuale). A beneficiarne era ovviamente ed esclusivamente Telepiù, controllata dalla Fininvest a sua volta di proprietà della famiglia Berlusconi. Dietro questo “favore” ci fu un tentativo di corruzione, almeno per come si pronunciò
La seconda risposta è più breve: il mercato della pubblicità, come tutti, è in flessione. È necessario dunque che le risorse non vengano disperse tra i vari attori che sono, sostanzialmente, Rai, Mediaset e Sky. Il duopolio analogico Rai-Mediaset detiene da solo l'84% dei proventi pubblicitari. In questo duopolio però c'è una certa disparità: