08 gennaio 2008
Sarkazy Sua
Pur non trovandoci noi in Francia, e forse proprio perché non siamo francesi, ogni italico mezzo d’informazione che si rispetti ha almeno una fotina, uno strillino o un misero trafiletto dedicato all’educazione sentimentale del presidente francese. Avendo questo blog ormai raggiunto il rango di media a tutti gli effetti grazie alle numerose visite quotidiane degli ultimi tempi, noi della redazione di Bruttapiega non potevamo esimerci da dedicare almeno un minuscolo post a uno dei principali problemi degli italiani: Monsieur Sarkozy. Per quale motivo il latin lover d’oltralpe susciti tanto interesse nel bel paese è quantomeno un mistero. Ma la vera domanda è: siamo sicuri che all’italiano medio interessi veramente cosa fa quest’uomo? In fondo, che gliene cala? Supposizioni strampalate potrebbero portarci a ritenere che gli italiani in fondo - come parrebbero dimostrare pure gli ascolti dei reality - non sono altro che un popolo affetto da morboso voyeurismo, approccio nato forse nel Medioevo, allevato dalla tradizione letteraria dantesca, divenuto arma bellica con la delazione del ventennio e consacrato dalla commedia sexy all’italiana degli anni Settanta come fenomeno del tutto naturale del nostro costume. Lingue più maliziose potrebbero invece insinuare che in realtà a nessuno freghi un bel fico secco delle tresche del nostro francesino, ma che le notizie, o meglio le non-notizie, su di lui servano soltanto per alleggerire la tensione e deviare l’attenzione dei lettori dai loro reali problemi (per esempio avete più sentito parlare della corruzione dei senatori? E Saccà dove sta? Mica esiste solo l’immondizia…). Una terza teoria è quella, sempre valida, delle public relations: un uomo politico - Berlusconi docet - non è più soltanto un funzionario, ma è innanzitutto un personaggio pubblico e il confine tra questo e lo star system è quanto meno labile, almeno nella percezione distorta di chi siede davanti al tubo catodico e viene preso a schiaffi dal polverone televisivo. Quindi più se ne parla meglio è, secondo l’adagio “parliamone anche male purché se ne parli”. In questo caso il pluridivorziato Sarkò, dopo la vicenda Cecilia, doveva innanzitutto rialzare le sue quotazioni come uomo prima che come politico. Tanto la politica non interessa a nessuno e poi, diciamocelo, chi la capisce. Lui, o qualcuno per lui, ha capito che un presidente è innanzitutto un prodotto commerciale, esattamente come una velina, un calciatore o un wurstel. Non c’è differenza. Solo che il wurstel deve acquistare gli spazi televisivi per farsi pubblicità, un presidente no. Un wurstel per entrare nel cuore dei suoi estimatori ha due possibilità: essere buono o essere economico. Un presidente ne ha altrettante: essere un bravo politico o essere un uomo invidiato. È chiaro quale strada abbia scelto il francese. Ma a noi italiani cosa cambia? Assolutamente nulla, ma non possiamo fare a meno di farci i cazzi degli altri e trarne giubilo. Vorrei però concludere con un quesito tecnico per chi è in grado di rispondermi (e per chi ha avuto la costanza di giungere in fondo a questo post): come diavolo fa Sarkozy a sposarsi con la Bruni a Febbraio se ha appena depositato la richiesta di separazione da Cecilia? Ma non era sposato fino all’altro ieri? Vi prego illuminatemi.
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3 commenti:
Pare che in Francia, se i divorziandi sono d'accordo, basti passare dal notaio ...
oh grazie, per l'illuminazione doc, gliene sono grato
è sempre il famoso principio del "mal comune mezzo gaudio";
niente ci fa star meglio che sapere che il nostro odiato vicino ha la rogna (mentre noi ci grattiamo);
o,se preferisci,uno dei mezzi attraverso i quali si "addormenta" l'attenzione per i dolori di casa nostra...
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