Non mi piace tornare a parlare sempre delle stesse persone, ma ce ne sono alcune che inevitabilmente finiscono per attirare la mia attenzione. In questo caso mi riferisco al Ministro della Giustizia (nonché sindaco di Ceppaloni) Clemente Mastella, reo questa volta di aver bloccato la messa in onda su RaiUno della fiction "Una vita rubata" in palinsesto per ieri sera, dedicata all'assassinio della diciasettenne Graziella Campagna (in foto).
Antefatto: nel 1985 Graziella, che lavorava in una lavanderia nel messinese, fu assassinata dal boss Gerlando Alberti, per aver involontariamente rinvenuto la sua agenda. Dopo 20 anni di indagini, nel 2004 Alberti, assieme al complice Suteri, fu condannato all'ergastolo, ma i giudici della Corte d'Assise furono così distratti da non depositare entro i termini previsti le motivazioni della sentenza, che venne dunque annullata. Scontata un'altra condanna per traffico di droga, l'Alberti uscì dunque dal carcere soltanto un anno e mezzo dopo, rientrando tra i benificiari dell'indulto. Il caso suscita l'interesse della stampa, e così nel 2006 Mastella incarica un'indagine sul magistrato colpevole di non aver depositato in tempo i documenti, che si conclude con un nulla di fatto.
Il Ministro Mastella ha bloccato la messa in onda della fiction in quanto, parole sue, "avrebbe potuto turbare la serenità dei giudici della Corte d’Assise di Appello che dal 13 dicembre si riuniranno in udienza proprio per il processo che riguarda l’assassinio di Graziella Campagna".
Qualcuno potrebbe invece sospettare che il nostro onorevole voglia prevenire possibili dubbi sull'efficacia della Giustizia Italiana e/o che il tema dell'indulto torni d'attualità in un momento e in un modo a lui scomodo. Insomma meglio che la gente non sappia, anche se si tratta soltanto di una fiction. Una fiction!
Qualcun altro potrebbe invece fantasticare sul fatto che non viviamo in un paese completamente libero, in cui il rapporto tra media e potere politico assomiglia più a un'orgia che alla coesistenza di due entità distinte. Ma queste sono solo supposizioni.
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